Finalmente il tempo è accettabile per il trekking verso i nostri obiettivi, il rifugio Gnifetti (3647 mt) e il rifugio Mantova (3498 mt) che si trova poco sotto.
Il nostro programma è stato il seguente:
Prendere in affitto (10€ a testa) i ramponi (prima volta per entrambi!)
Acquistare gli skipass per Punta Indren (35€ a testa)
Prendere la prima ovovia da Staffal al Gabiet
Prendere la seconda ovovia dal Gabiet ai Salati
Infine, pendere la funivia dalla fermata dei Salati (pochi minuti a piedi dalla fermata dell’ovovia) a Punta Indren.
Arriviamo in cima verso le ore 9:00, realizziamo che è giunto il momento del movimento e dell’avventura! Sullo sfondo iniziamo ad intravedere alcune persone che camminano sul ghiacciaio, siamo emozionati e tesi allo stesso tempo!
Un respiro profondo e ci incamminiamo fino all’inizio del ghiacciaio. Dopo pochissimi minuti è l’ora di montare i ramponi. Con molta attenzione li stringiamo agli scarponi, rimettiamo gli zaini in spalla e proviamo a muovere i primi passi sul ghiaccio! Tengono questi ramponi!
Iniziamo a camminare, prima in salita e poi in un falso piano verso sinistra. Non passa molto che ci troviamo ad un bivio. Strada semplice e circa 30 minuti in più di cammino o strada difficile rischiando la morte?
Bisogna essere sinceri, ci abbiamo riflettuto un po’ e facendoci forza l’un l’altro, abbiamo optato per la seconda scelta. Molto più pericolosa ma senza dubbio, la più gratificante!
E’ stato bellissimo quando Elena mi ha chiesto “Sei pronto Simo?” e io deciso: “NO”. Inutile dire che un secondo dopo muovevo il primo passo in salita, più rigido della roccia che calpestavo. Per fortuna mi son sciolto dopo poco e ho iniziato l’arrampicata, seguendo i passi sicuri di Elena che mi precedeva.
Il percorso è come una grande S. Si inizia avendo il lato destro del corpo verso il monte e per il primissimo tratto non si hanno funi a cui aggrapparsi. La fune inizia all’incirca verso la prima curva e finisce subito dopo. In questo tratto si ha il lato sinistro del corpo verso il monte e si arriva nell’ultimo tratto della salita, dove grazie alla fune e ad alcuni pioli, ci si arrampica in verticale per raggiungere la sommità.
In questo tratto NON ci sono protezioni e se si dovesse scivolare sarebbero problemi seri.
E’ un tratto semplice se non si soffre di vertigini o comunque se non si ha paura del vuoto o di cadere…. io ne ho un po’ ma cerco di superarla imbarcandomi in queste avventure.
Finalmente entrambi arriviamo in cima e troviamo sulla sinistra alcune tende di qualche impavido. Sulla destra sopra di noi il rifugio Gnifetti in tutto il suo splendore. Rimettiamo i ramponi che avevamo tolto per “l’arrampicata” e ci avviamo sul tracciato nella neve in salita.
La pendenza non è estrema ma si fa sentire, fortunatamente ci vogliono pochi minuti per iniziare la discesa che porta all’ultima parte di salita, la ferrata.
Siamo stati molto fortunati, una volta arrivati ai piedi della ferrata, non c’erano persone che scendevano e quindi abbiamo potuto togliere i ramponi in tranquillità e sicurezza (non c’è molto spazio di manovra) e iniziare la salita.
La ferrata è molto breve e semplice, tranne un pezzo a metà che porta il corpo verso l’esterno.
In pochissimo siamo in cima (tolto il pensiero, tolto il fastidio :)) e ammiriamo il paesaggio spettacolare e il rifugio Gnifetti!
Abbiamo conquistato i nostri primi 3647 metri!
Sono le 10:00 e anche se è presto, decidiamo di fermarci e mangiare un panino ammirando il panorama.
Alle 10:50 decidiamo di ripartire perchè la giornata è ancora lunga e di strada ne abbiamo ancora da fare.
Parlando con due signori conosciuti tra i tavoli fuori da rifugio, ci hanno indicato una via alternativa per non rifare la ferrata in discesa. La strada allungherebbe il nostro cammino di circa 40 minuti e bisognerebbe attraversare qualche crepaccio. Vista la nostra inesperienza e poichè non eravamo neanche legati in cordata, decidiamo di percorrere la via dell’andata.
In neanche un’ora raggiungiamo il rifugio Mantova dove non ci fermiamo molto, giusto il tempo di qualche foto al bellissimo ghiacciaio del Lys che si trova alla sinistra del rifugio (mettendo le spalle a valle) e di visitare l’interno della struttura.
Seguendo il sentiero numerato come 6A, ci avviamo verso il Gabiet, ultima tappa della giornata. I cartelli segnano come tempo, 2 ore e 15 minuti, un tempo a nostro parere troppo basso.
La nostra discesa è stata caratterizzata da parecchie soste per scattare foto al panorama e ai diversi animali che abbiamo incontrato, alla fine ci abbiamo impiegato 4 ore e 30 minuti a scendere. Il doppio del tempo che era scritto sul cartello… cosa per noi assai strana, solitamente stiamo sempre sotto i tempi scritti.
Il primo tratto di discesa dal rifugio è abbastanza ripido, dura comunque pochi metri e si prosegue su una pietraia abbastanza lunga e noiosa. Abbiamo incontrato 3 o 4 punti ancora innevati dove bisogna prestare un po’ di attenzione a non scivolare, niente di troppo pericoloso, anzi, nel modo corretto ci si può anche divertire :).
Scendendo e parlando del più e del meno, vedo un muso e due corna spuntare da dietro una roccia… ma è uno stambecco!
Ci avviciniamo pian pianino senza far rumore e ne troviamo ben 2 appollaiati su una roccia. Stavano lì a farsi i fatti loro e ogni tanto ci fissavano. Sembravano stare lì apposta per farsi fotografare, è stato bellissimo!
Emozionati come non mai, abbiamo ripreso la discesa ma neanche il tempo di realizzare quanto siam stati fortunati ad incrociare quei due bellissimi animali che… CAVOLO GUARDA!!
Uno, due, sette (o forse più) stambecchi! Tutti distesi su alcune rocce sopra di noi a neanche 10 metri. Bellissimi, siam rimasti senza fiato ma il bello non era ancora arrivato e non lo sapevamo!
Dopo le foto di rito svoltiamo l’angolo e ne troviamo uno che bruca, ottima occasione per immortalarlo da più vicino. Neanche il tempo di regolare la reflex che arrivano tutti i suo compagni dalla cresta. Giocano, si grattano e scendono sempre di più vicini a noi fino ad attraversare il sentiero che avevamo percorso pochi secondi prima. Uno di loro, penso per gioco, si impenna e tira una cornata leggera ad un suo simile per poi correre tutti e quanti insieme nella valle accanto, dove avevamo avvistato altri 4 esemplari.
E’ stata un’esperienza inaspettata e fantastica! Poterli vedere da così vicino ed in cattività non era sicuramente nei nostri piani.
Carichi di gioia e stupore abbiamo intrapreso l’ultima parte della discesa che pian pianino, diventava sempre più semplice. I nostri piedi ormai calpestavano solo più terra battuta e non più pietre, tutto attorno a noi non erano più presenti massi e rocce ma verdi prati, fiori e di tanto in tanto qualche rigagnolo d’acqua
Alle 17:00 circa siamo giunti al Gabiet (2316 mt) dove abbiamo preso la seggiovia che ci ha condotti a valle.
L’esperienza è stata dura e molto adrenalitica, sicuramente molto molto molto positiva ed indimenticabile!
Dati del trekking
Distanza percorsa: 11,65 Km
Durata trekking: 7:16 ore
Dislivello +: 370 metri
Dislivello -: 1310 metri
Amo lo stambecco… Buono lo stambecco!!! 🍖
Grandi alla prox puntata!
La prossima volta portatemi con vooiiiii! A cercare stambecchi🍖🍖
Ahahha va benissimo! Dobbiamo portare la griglia :)